copcaladmor(Autoproduzione) Gli svizzeri Caladmor hanno una carriera lunga più di dieci anni (anche se buona parte sotto il monicker Pale): non mi era affatto dispiaciuto il precedente “Midwinter”, e questo “Of Stones and Stars” li conferma fra le proposte interessanti in ambito folk pagan metal. Al disco partecipano un paio di membri dei più famosi conterranei Eluveitie, ma i nostri non sono una band-fotocopia, e per quanto alcune delle loro scelte sonore siano abbastanza canoniche, il risultato finale è più che godibile. “Curse of the Gods” parte classica e potente, fra cori e ritornelli ritmici e ‘quadrati’, di chiara impostazione folk, e uno screaming abbastanza violento. “The Raid” ha atmosfere solide e guerresche, mentre la titletrack è dotata di un giro solenne che mi ha molto ricordato quello di “Eternal Wait”, dal primo disco degli Ensiferum. “Alvissmal” è una fedele riproduzione (in norreno!) di uno dei canti dell’Edda poetica, quello in cui Thor sfida in una gara di sapienza il nano Alvis, che perderà la competizione e si tramuterà in pietra al sorgere del sole. Decisamente heavy “Mimirs Born”, che forse arriva addirittura dalle parti dei Manegarm; capolavoro del disco è la magnifica “Heralds of Doom”, un brano che applica alla perfezione tutte le regole del pagan metal più epico: non so se sia più bella la strofa o il refrain, ma sono certo che è l’interpretazione stentorea di Maede Baumann a rendere il pezzo eccezionale. Non può mancare alla tracklist la ballata da taverna, ovviamente “Taberna Trollis”; si chiude con la solennità quasi religiosa del breve inno “Helios Sky”. Un album che senza inventare niente si fa ascoltare con grande piacere.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10