(Autoproduzione) La fredda meccanica della recensione di un prodotto non sincronizzato con i tempi. Spietata e dura. Ma unica e ovvia: ascolto questo demo mentre il progetto King’s Band sta per rilasciare l’EP. Questo demo, ormai vecchio, offre degli indizi molto chiari: Karlage King, il leader massimo (ed unico componente della band) di questo progetto italiano, è descrivibile con tre parole: pazzo, esibizionista, puttana. Karlage King è la vera rappresentazione odierna dei personaggi storici del glam/hair metal. Non finge. Non ha la faccina da impiegatino sottomesso dal lunedì al venerdì. Non veste la camicetta con sotto, ben nascosta, la maglietta degli L.A. Guns. Karlage è un rocker sette giorni su sette. A tempo pieno. Orario ufficio e straordinari. E questa sua cocaininca iperattività lo porta a generare uno street sleaze rock murato vivo dentro gli anni 80, niente evoluzioni futuristiche, niente contaminazioni grunge o decadenti. The King’s Band suona come i primissimi Mötley Crüe, suona come la demo da cantina degli Skid Row. Suona così perché Karlage lo vuole. C’è poco da discutere sul “già sentito” o “già visto”. Questo progetto suona heavy, suona folle, e le canzoni sono in linea con il pensiero: titoli come “You Are My Bitch” parlano chiaro. L’unica pecca è la voce. Ha un cedimento, che rasenta lo stonato, sui toni alti. Però risulta graffiante e perversa nelle note più basse che ritmano i versi delle lyrics. Vorrei sentire l’EP che sta per uscire, già la copertina sembra fantastica… Se musicalmente il passo avanti è proporzionale a quello grafico, questo progetto è da tenere d’occhio!

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10