copequilibrium2(Nuclear Blast) Dopo ulteriori cambi di formazione, e un silenzio di poco più di due anni, ecco tornare i folk metal heroes Equilibrium: il fatto che “Armageddon” suoni come i suoi predecessori lascia pensare che la band sia sempre più una creatura di René Berthiaume, l’unico membro fondatore ancora in pista. Dopo la consueta intro trionfale, “Erwachen” (‘Adulto’) è la più classica Equilibrium song: i tastieroni pomposi, il growling profondo di Robse Dahn, gli inserti folk, il refrain tutto sommato melodico sono i trademark ai quali i tedeschi ci hanno abituato. Solida e trionfale “Heimat” (‘Patria’), sempre caratterizzata da quelle melodie aperte di tastiera che, assurdamente, riportano alla mente il Centroamerica; “Born to be epic” ha il pregio di non prendersi troppo sul serio, alternando quindi un certo brio a un testo veramente ‘trve’. Squillante “Zum Horizont” (‘All’orizzonte’), mentre è incredibilmente carica e oscura “Prey”, un brano che si spinge su territori symphonic black (e con risultati molto apprezzabili). “Helden” (‘Eroi’) sfida certamente la pazienza dei puristi con una (fin troppo) lunga sezione con suoni midi, e anche l’intermezzo new age “Kooyaniskatsi” mi sembra fine a sé stesso; a ristabilire l’equilibrio ci pensa la conclusiva “Eternal Destination”, che riporta il disco sull’epic black folk più stentoreo e marziale. Nel bene e nel male, i nostri continuano a sperimentare alle frontiere fra pagan, epic, folk e black: il mix che ne viene fuori ha i numeri per appassionare molti ascoltatori.

(René Urkus) Voto: 7,5/10