(Iron Bonehead) Finalmente arriva il debutto per questo duo svizzero! Dopo i due EP che hanno portato alla luce questo progetto strano, capace di catturare una certa visibilità nel mondo underground, ecco nove intense tracce le quali … riscrivono tutto, ridefiniscono tutto, confermando una sola cosa: l’unicità di questa band. Album inquietante, oscuro, fumoso, a tratti post-metal, con una ampia riduzione di vocals growl ed un ampio spazio alle clean di tipo suggestivo, drammatico a tratti di stampo folk…. tanto che ci sono momenti durante il disco (per esempio con la breve parentesi di “Decima”) che sembra di essere in un contesto dark-neo-folk di derivazione demoniaca. Tanta melodia tetra, ma anche riff feroci e ricchi di dinamismo sono una costante durante i tre quarti d’ora di “Hero”; destabilizza l’introduzione “Urdr” che cede l’angoscia all’incalzante “The Archer”, canzone con un riff tragico, dove il cantato è quasi corale, clean ma tuonante ed evidenzia un mid range del frontman KzR molto efficace. La title track sembra la continuazione della opener e disegna territori inquietanti, trasudanti paura e delirio con ritornello che diffonde una ancestrale ed autentica malvagità. Sempre ricca di melodia ma anche più furiosa ed infestata da vapori sulfurei e fumi infernali l’ottima “Phosphor”, mentre “I Am III” diffonde la sintesi della paura nei suoi quasi dieci minuti di angoscia sempre a cavallo tra black, folk e post. Più crudele “Spiritual Athleticism”, un brano estremo ma anche ricco di parentesi post metal dove drumming ed arpeggi si inseguono con malizia e creatività. Album strano. Fuori genere, lontano da una classificazione universale convenzionale. L’unica costante è sicuramente un livello di tenebre inconcepibile, disegnato e dipinto con varianti tetre di un nero abissale.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10