(Nuclear Blast Records) ‘Come si cambia per non morire’, recita una canzone di Fiorella Mannoia; tale frase la trovo calzante a pennello per il nuovo corso degli Aborted, inaugurato con il precedente “Maniacult” (recensione QUI), album della svolta per la formazione belga, nel quale la componente grind, violentissima come sempre ma alla lunga un po’ statica, viene diluita con soluzioni più vicine al technical death metal. Nel frattempo la band ha cominciato ad intraprendere tour insieme ad acts di estrazione diversa, dividendo il palco con Lorna Shore, Suicide Silence e Carnifex, tentando così di fare presa su quel tipo di pubblico e venendo allo stesso tempo influenzati dal sound dei compagni di viaggio. “Vault Of Horrors” può essere considerato come il culmine di questa evoluzione, dove gli Aborted non rinunciano minimamente alla brutalità che da sempre li caratterizza, ma arricchisce la proposta con indovinati rallentamenti e devastanti breakdown, rendendo i brani più vari e adatti a far muovere il pubblico in sede live. Potremmo intitolare il disco “Aborted & Friends”, visto che ogni brano presenta alla voce un ospite differente, tra i quali troviamo Francesco Paoli dei Fleshgod Apocalypse nel brano “Condemned To Rot” e Alex Erian dei Despised Icon, che grazie alla timbrica decisamente differente da quella di Sven de Caluwé rende “Death Cult” uno dei pezzi più interessanti del lotto. Interessante anche il costante apporto di synth ed orchestrazioni, utilizzate con intelligenza ed in grado di aumentare quella lugubre sensazione che accompagna la visione di un film horror particolarmente agghiacciante, cosa azzeccata se consideriamo che il disco è un tributo a tutta una serie di cattivi dei film horror più noti. Un album coraggioso, per una band in grado di evolversi pur rimanendo fedele a se stessa.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10