copactuary(Crucial Blast) Detesto valutare male un album, ma non vado mai contro la mia etica o le mie opinioni, pur volendole sempre mettere in discussione. Adoro Adam Wright della Crucial Blast, la sua politica editoriale di estremismo sonoro, inteso come contaminazione di generi (death, black, metal in generale ed elettronica) che si perdono in cose ambient, dark e via dicendo. E’ davvero ammirevole, ma questa volta con gli Acturay e “The Reality Is, the Dream Is Dead” ci resto davvero deluso. Un ammasso di suoni, tipo forme d’onda ballerine, schizofreniche che mutano forma di continuo, come una radio interstellare che capta i suoni prodotti dall’universo in espansione. Insomma, riducendo tutto ad un’unica parola si può parlare di rumore. Rumore, semplice rumore, congestionato, oscuro, estemporaneo, amorfo, ma alla fine è rumore. Questa è la sostanza dei fatti in “The Reality Is, the Dream Is Dead”. I californiani Actuary sono la deriva dei Merzbow: si, più rumorosi e privi di logica del progetto di Masami Akita o forse sono semplicemente incapaci di saper affascinare come il rumorista giapponese. Una sequela di frequenze che si accavallano e producono un vento elettronico che alla fine scoccia. Elettronica astratta. Ai 4 pezzi di quasi 40′ si associano le 32 pagine di una ‘zine/booklet redatta dal collettivo stesso con foto, collage, disegnini e cose varie delle quali alcune offerte da Mories di Gnaw Their Tongues, Chris Dodge di Spazz e altri ancora. Il CD esce in 200 copie numerate a mano, per la serie Crucial Blazes oppure in versione digitale. Il voto? Ho già scritto che detesto valutare male un album e che sono pronto a mettermi in discussione nelle opinioni. Magari “The Reality Is, the Dream Is Dead” sarò solo io a non capirlo.

(Alberto Vitale) Voto: sv