(Rockshots Records) È il quinto album per la progressive rock orchestra Ainur, sempre devota ai libri di Tolkien i quali stanno alla base dei concept pubblicati o di futura pubblicazione. Il nuovo lavoro non fa infatti eccezione essendo dedicato all’undicesimo volume di “The History of Middle-earth” (ovvero “La storia della Terra di Mezzo”), il quale condivide il titolo con il disco. Il nuovo lavoro ha richiesto molti anni per la stesura, dal 2009 (anno di uscita di “Lay of Leithian”) secondo la band e comunque almeno otto anni, considerando che il precedente lavoro, l’album acustico “The Lost Tales”, uscì nel 2013. Ainur è un progetto affascinante, non solo per le tematiche trattate, ma anche per il fatto che la band è veramente una piccola orchestra composta da -ospiti esclusi- tredici elementi: oltre ai tre compositori (anche impegnati con chitarre, batteria, tastiere e voce, diciamo la radice della band), Ainur coinvolge altri tre vocalist (maschili e femminili), mentre tra gli strumenti permanenti figurano basso e contrabbasso, violino, violoncello, viola, flauto e tromba, ognuno affidato ad un musicista diverso. Pure i testi nono sono lasciati al caso, in quanto c’è un membro del progetto assegnato esclusivamente a quel compito. Questo ensemble di artisti, questa orchestra usa proprio un approccio orchestrale nella composizione di brani e album, tanto che il risultato va anche musicalmente ben oltre la sommatoria di un numero di brani da raggruppare in un disco. Essendo l’album legato alle battaglie di Beleriand, tutta la nuova opera è musicalmente aggressiva, a tratti marziale, decisamente metal, anche se rimane molto ben legata ad una progressione musicale teatrale nello stile di Ayreon, Avantasia e pure Dream Theater. La realizzazione di questo immenso lavoro è stata supportata da un ben gestito crowd funding, il quale ha permesso alla band di ospitare il leggendario Derek Sherinian sull’impetuoso brano “Battle Under The Stars” e il vocalist Roberto Tiranti, qui impegnato su “Spirit of Fire”, un pezzo ricco di energia teatrale, di progressione, un brano grintoso dedicato alla figura di Fëanor. Le dodici tracce di “War Of The Jewels” (in realtà undici più un bonus, ovvero la versione acustica dell’ultima, “Apocalypse”) vanno oltre la definizione di ‘canzone’: sono capitoli di una storia, sono una sequenza di atti di un teatro brillante ispirato ad un mondo leggendario universalmente considerato grandioso. La realizzazione di “War Of The Jewels” evidenzia un livello di precisione maniacale, pensato in ogni dettaglio: oltre alla deliziosa e travolgente complessità musicale, oltre all’incalzante storia narrata, la band ha coinvolto anche Felipe Machado (Blind Guardian, Axel Rudi Pell) per la copertina ed un ulteriore ospite nel ruolo di narratore in molti brani: Ted Nasmith, il quale è un illustratore e grafico noto per aver illustrato le opere di J. R. R. Tolkien (“Lo Hobbit”, “Il Signore degli Anelli” e “Il Silmarillion”). J. R. R. Tolkien ha ispirato centinaia di musicisti, moltissimi nell’ambito del metal, dal più classico al più estremo; tuttavia se il grande John Ronald Reuel avesse voluto mettere in musica i suoi scritti, avrebbe senza dubbio coinvolto questa piccola poderosa orchestra italiana!

(Luca Zakk) Voto: 9/10