copakroma(Fantai’zic Productions) Secondo un vezzo ormai unicamente d’oltralpe, il sito e le informazioni sui francesi Akroma sono in francese: al resto del mondo restano soltanto brevi note promozionali, che mi informano che la band è al terzo disco, che quest’ultimo è un concept (blasfemo) sull’Ultima Cena, e che ognuna delle dodici canzoni vede la partecipazione vocale di uno degli apostoli (dodici artisti francesi di metal estremo). Sulla carta davvero interessante, lo ammetto: ma alla prova dei fatti, nonostante tanta varietà, il songwriting finisce per essere molto schematico e, incredibilmente, i brani si assomigliano un po’ tutti fra di loro! L’opener “Pierre” presenta lo stile canoro del singer ufficiale Bob Germonville, autore di uno screaming altissimo e graffiante, cantato spesso a una velocità pazzesca, ma incredibilmente monocorde e modulato sempre allo stesso modo; ci danno un attimo di respiro solo le vocals operistiche di Laura Kimpe, che compaiono a due terzi del pezzo, e nel corso del disco verranno pure usate con grande parsimonia. Enfatica e pomposa “Jacques” (mi sono venuti in mente i Theatre des Vampires), mentre i vaghi inserti goticheggianti di “Simon” sono un attimo di tregua in 75 minuti altrimenti troppo martellanti e monotematici. “Philippe” ha delle atmosfere decadenti che mi hanno ricordato una delle band italiani pioniere di questo genere, i Nicta; i sette minuti di “Judas” chiudono questo disco con una valanga di blast-beats, ma sempre su una velocità costante e fracassona, intervallata da pochi spiragli pianistici o addirittura operistici. Magari non sono la persona giusta per questo sound, ma di extreme progressive metal (anche tendente al symphonic black, come in questo caso) ne mastico abbastanza, e ritengo che non basti essere veloci, caotici e rintronanti per fare un buon disco.

(Renato de Filippis) Voto: 5,5/10