(Karisma Records) Terzo album e terza reissue della Karisma per la prog band di Oslo. Questo album uscì all’inizio del secondo decennio del nuovo millennio dopo l’ingresso in line up del virtuoso dell’Hammond, Stig Arve Jørgensen. La sua influenza portò gli Arabs in Aspic verso territori più prog, più tecnici, anche più atmosferici, lasciando leggermente indietro la componente doom metal, direzionando la band verso lo stile odierno, quello percepibile su “Madness & Magic” dell’anno scorso (recensione qui). Una pausa artistica, altri cambi di line up, consusero definitivamente su deliziosi territori prog, togliendo la band dalle similitudini stilistiche note, quelle con Black Sabbath e Hawkwind, guadagnando in personalità e senso identificativo. Vibrante, con pulsazioni funky annegate in una malinconia settantiana “The Flying Norseman” (il brano poi diventerà il moniker della tribute band degli Arabs in Aspic fondata da due ex membri originali!), canzone con una jam monumentale nella quale i musicisti si lasciano andare ad un amplesso sonoro superlativo. Ancora malinconia accentata dall’organo e i bellissimi arpeggi su “Dive Into My Eye”, rock anni ’70 molto pungente con “Mørket”, pezzo con una chitarra esplosiva supportata da una divisione ritmica prepotente. Lenta, oscura e sognante “Fall til Marken”. Molto organo, molta ricercatezza tecnica, per un ritorno verso un incedere doomy delle linee vocali su “TV”, prima che il brano si lasci andare ad una lunga sessione strumentale alla quale è impossibile resistere. Minimalistica e ricca di melodia la title track, proto metal con musica eccitante su “Have You Ever Seen the Rain Pt. 2”, prima della conclusiva “Arabide”, pezzo meraviglioso, suggestivo, sensuale. Con questa terza reissue, la Karisma ha fatto definitivamente suoi gli Arabs in Aspics, i quali nella loro carriera sono passati per altre etichette come l’italiana Black Widow. Questa occasione di rispolverare la discografia della band, percependo la magia alla quale riescono a dare forma, emerge il fatto che, dopotutto, poche sono le etichette odierne capaci di valorizzare questo stile. L’etichetta italiana è forse la migliore se la band vuole uscire dai confini, ma se vogliono restare in patria… la risposta è e sarà sempre Karisma Records.

(Luca Zakk) Voto: 9/10