(Metal Blade Records) È appunto il decimo album di questa colonna del thrash europeo guidata ormai dal solo Michael Stützer, valente chitarrista che ha visto la scomparsa di suo fratello Morten nel 2019, anche lui chitarrista e membro fondatore della band. Con Stützer a tenere ben solido il nucleo attorno al quale poi ruotano gli elementi della band, anche il bassista Peter Thorslund, uno che è andato via e ritornato nella band due volte. Gli Artillery ancora oggi hanno questo stile che scivola via melodicamente bene e senza apparire banali, con ovviamente quel risvolto un po’ epic e un po’ heavy tradizionale che percorre ogni riff e composizione. Indissolubilmente con Metal Blade Records da qualche anno, la band sembra riprendere e contemporaneamente portando avanti se stessa e la propria creatività, quanto il proprio marchio di fabbrica. Il risultato è un sound sempre accomodante, genuino e brillante per le legioni di fan. Sempre in mostra Michael Bastholm Dahl, al quarto album con la band, con la usa voce melodica, alta, fiammante e che potenzia il lato melodico della band. Dopo “The Face Of Fear” arriva questo decimo album (QUI) nel quale i danesi sono ancora una volta il grande connubio tra potenza e melodia, tra impatto e velocità, costruendo così il decimo passo di una carriera che li vede privi di ruggine. “X” consta di undici pezzi, nei quali entra anche la chitarra di Kræn Meier che ha l’arduo compito e al contempo privilegio di sostituire Morten, lui che poi ha già suonato con la band dal vivo nel 2017 perché Morten già allora non suonava dal vivo dall’anno precedente. In “X” rispetto al precedente “The Face Of Fear” si assiste a una maggiore velocità da parte degli Artillery, pur non facendo mancare certe scale, polifonie e fraseggi che sono il marchio di fabbrica dei danesi. Søren Andersen, il produttore dell’album partecipa nei cori e con qualche contributo tastieristico, per una ulteriore cura del dettaglio che da sempre è parte del bagaglio artistico degli Artillery.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10