Booklet(Loud Rage Music) Secondo album per i romeni Ashaena, band che si dedica in maniera profonda al folk/pagan black, con lyrics esclusivamente in lingua madre. Da sempre impegnati a cantare le tradizioni della loro terra, esaltandone gli eroi, propongono un black ricco di atmosfera, a tratti vagamente di matrice symphonic, chiarendo da subito -e giustamente- la non-appartenenza ad alcun filone NSBM. Sette brani ricchi e complessi, anche fruibili e spesso estremamente catchy. Trionfale “Tapae 87”: pezzo pieno di stacchi, parentesi epiche, singing molto glaciale. La title track introduce etnia, ma anche un groove irresistibile con riff potenti affiancati ad un clean singing decisamente evocativo. Questi concetti vengono esaltati e spinti al massimo con lo stupendo strumentale “Tara Berladnicilor”, un piccolo esempio di virtuosismo compositivo e genialità nell’arrangiamento. Sconvolgente e molto oscura “Crapat di Cer”, con quel cantato clean/corale il quale, all’orecchio italiano, ha molto feeling “latino” (inteso come lingua -spesso usata nel metal estremo- e non come ovvia tonalità neo latina dell’idioma usato dalla band), con tutta la poesia ed il mistico che ne deriva. “Spirit-Sageata” è una parentesi di nove superlativi minuti: un brano fantastico, che trasuda passione ed emozione, che offre poesia ed atmosfera, rabbia e redenzione, ritmica ed infinita melodia. Uno di quei brani che in altre epoche sarebbe stato la ragione dell’acquisto di un disco! Tetra e molto ricercata “Zbor Insetat”, nella quale torna un cantato bestiale molto attraente e di pregiata fattura. Chiude questa ottima opera “Mos Urs”, un brano vagamente riassuntivo che ripassa un po’ tutti i confini delle direzioni stilistiche esplorate nell’intero album. Ashaena: Ancora pagan? Ancora folk? Il tutto in chiave black? Certo, sicuramente non si parla di novità, ma “Calea” è qualcosa di travolgente, emozionante, pieno di dettagli resi ancor più esaltanti dal suono esotico della lingua usata nelle lyrics. Sette tracce di metal, black, atmosfera, parentesi etniche, spirito folk e legame con la terra che difficilmente passano inosservate, anche grazie ad un intelligente abbinamento tra scenari epici e riffing maledettamente compatibili con un head banging sfrenato.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10