(Sliptrick Records) Per quanto l’opener “Pale Figure” riproponga dei modelli sabbathiani, Sebastiano Conti, titolare del progetto Bastian, non scade nel revival e manco si adagia su soluzioni fin troppo note. Conti e chi lo segue, tutti musicisti bravi, sparigliano un hard & heavy dalle cadenze appunto sabbathiane, occult rock e seventies con impennate di puro heavy metal. I Bastian mettono in scena il proprio grimorio fatto di temi esoterici, leggende, miti e storie. Federico Paulovich dei Destrage alla batteria e James Lomenzo che qualcuno certamente ricorderà per i suoi lavori con Ozzy, White Lion, Black Label Society, addirittura i Megadeth e tanti altri, erigono il muro sul quale la chitarra di Conti sprizza il suo scintillante vibrare di corde. Chitarra dai riff oscuri, gotici o morbosamente vivi e seventies in alcuni casi, heavy e durissimi in altri. Alla voce il danese Niklas Sonne (Defecto e Theory), ispirato, ombroso e misterioso, cupo e melodico, rappresenta la voce perfetta per i dieci capitoli di “Grimorio”. La strumentale “Epiphany’s Voodoo” è un salto nelle atmosfere dei Black Widow, di Santana, in quel clima musicale di decenni fa dal quale tutto iniziò e che conti ricalca in maniera brillante. “Infinite Love” è ispirata, i Bastian sono splendidi, Sonne stira la voce come un velluto, il ritmo è raffinato. Nessuna canzone sfigura, tutte si incastrano alla perfezione in questo album legato al passato e a modelli noti, è maledettamente vivo e reale, dunque contemporaneo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10