(Autoproduzione) Lo stile musicale dei Beyond The Gates tende ad avere più aspetti, ad essere multiforme, lo si era notato già nel precedente album autoprodotto “The Inhumanity of Human Mind”. Questo nuovo lavoro viene presentato dalla band come un concept. Quasi che i ragazzi di Padova abbiano sentito il bisogno di dare ancora più spazio alla loro voglia di espandersi in più direzioni, appunto sfruttando il mezzo del concept. “Zodiac” è strutturato sui segni zodiacali e sulla storia d’amore tra Bellezza e Tenebre. Il tutto è stato concepito da Andrea  Zennaro (musica e tutti gli strumenti) e Roberto Orano (voce e testi). Le canzoni sono dodici, quanti sono i segni dello zodiaco. Apre “Aries”, composizione che sopravvive sul confine tra il melodic death metal e il metalcore e qualcosa di simile vale anche per “Scorpio”. “Taurus” entra con strutture più articolate, ma soprattutto con un sound rabbioso, energico, muscolare. Il clima è oscuro e il brano è ben caratterizzato. L’ambiziosa “Gemini”, per via del suo minutaggio di oltre 10’, è un death core fratturato in più punti da inserti melodici o progressioni melodiche. Personalmente non sembra avere una certa unità questa canzone, pare una saldatura di frammenti sparsi. “Cancer” è un altro brano ben articolato e supportato da tastiere e piano. “Leo” ha un sound davvero, permettetemi l’aggettivo, ruggente. I suoni sembrano più spessi e per forza e struttura si pone insieme a”Taurus” tra i brani d’impatto, quindi immediato e muscolare. Una sospensione emotiva, un sound più morbido entra in “Virgo”, canzone dall’atmosfera sinistra e cupa. “Libra” è tra le canzoni con un atteggiamento leggermente progressive, innestando dentro di se alcune influenze svedesi, come parzialmente anche “Sagittarius”. “Capricorn” restituisce dei passaggi più ruvidi e tempestosi, ma in particolare un death metal più puro, comunque sempre di carattere melodic. “Aquarious”, con tutto il dovuto rispetto ai maestri, mi ha ricordato qualcosa degli Yes. E’ un brano strumentale, per buona parte ha un carattere rock, per poi concedersi al metal solo alla fine. Chiude, ovviamente, “Fishes”, un brano totalmente diverso dai canoni della band. C’è anche una coda finale con il cantato in italiano, per questa canzone molto vicina al gothic. Risulta lampante che i Beyond The Gates hanno lavorato attorno ad un’idea e provando ad avvicinare le canzoni al rispettivo segno del quale portano il nome. Oltre un’ora di musica che non risulta sempre immediata, tuttavia ad un concept non si può chiedere l’immediatezza, né di essere breve. “Zodiac” ha bisogno di attenzione, senza però assorbire troppe energie dell’ascoltatore. Non nascondo che qualche passaggio risulta poco avvincente e la qualità audio non aiuta a volte, ma non si può rimproverare questo ad una band underground che ha avuto l’ardire di sviluppare un flusso continuo e unitario di idee. Magari ci si augura che limino maggiormente il songwriting, ma intanto le idee le tirano fuori.

http://beyondthegatesitaly.blogspot.it/

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10