(Andromeda Relix) Storia. Oscurità. Dannazione. I veronesi Black Hole emersero dalle tenebre nel lontano 1985 con l’album “Land of Mystery” e rivelarono un’altra faccia dell’horror metal italiano, quel doom progressivo, proibito, ecclesiastico ed occulto. Il secondo album uscì molti anni dopo lo scioglimento ed ora, con immensa sorpresa arriva questo capitolo finale. Il leader e mente del progetto, Robert Measles, affascinato dal segno lasciato all’epoca, un segno che ancora sanguina ed alimenta aneddoti con il gusto aspro delle tenebre, ha deciso -con immenso sforzo- di comporre un altro album, l’ultimo, il testamento, l’addio, l’estrema unzione. L’ultimo grido che proviene da una tomba costruita dalla vita stessa, dal tempo, dalla natura umana… una tomba che rende difficile la realizzazione di un altro nuovo lavoro con relativa cura di tutti i dettagli, dalla composizione fino al mix finale. Robert è sincero, lo dichiara, ,ma non nasconde nemmeno il desiderio di scrivere un album dark sperimentale… cosa che tra l’altro farebbe tutti noi molto felici. “Evil in the Dark” è un macigno psicologico fatto di candele e ceri funebri che dura ben un’ora e venti, su dodici imponenti tracce. È un incontro tra occulto, maledizione, viaggi negli inferi attraverso rituali perversi e fantascienza (o realtà?) dal sapore vintage e decisamente non moderno o tecnologico; una dimensione spazio temporale dove le tenebre e la presenza aliena sul nostro pianeta si mescolano, un turbinio di orrore e speranza, di menzogna e verità, di credenze e terribili rivelazioni. La copertina, molto esplicita, riassume tutto: inferno e demoni, santoni e sete di sangue, extraterrestri ed invasione… pacifica o meno. Musicalmente c’è scenografia e teatralità. Una colonna sonora del terrore, uno sviluppo progressivo con l’intramontabile gusto artistico italiano, un sermone dannato capace di spaventare, inquietare, sconvolgere. Album assurdo e meraviglioso. Coinvolgente e stupefacente. Controindicazioni? Nessuna… tranne l’ascolto da soli e al buio; ma forse questa, più che una controindicazione, è un caldo suggerimento per un assoluto orgasmo psico sensoriale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10