copbleedtheman(Coroner Records) Sono di Maiorca gli spagnoli Bleed The Man, autori di un modern metal proposto in questo secondo album, il quale segue “Behind the Walls of Reality” del 2010 e licenziato da un’etichetta austriaca, la Noisehead. La composizione di questo “Ashes from the Past” presenta pezzi di stampo moderno nelle sonorità e strutture di stile, ma allo stesso tempo esistono una buona manciata di canzoni che posseggono arrangiamenti e melodie di un certo interesse. L’iniziale “Save Your Soul” ha un riffing molto groove thrash metal e una doppietta di assoli delle sei corde (di Ben Markham e Pedro Alvarez, i quali trovano più occasioni di lanciarsi in polifonie e duelli, memorabile quello in “Mind Prison”) melodicamente perfetti. Il thrash metal la fa da padrone nella meccanica dei brani, alcuni passaggi ricordano la scuola melodic thrash/death metal svedese (“Human Nature”, “The Most Precious Gift” e altre canzoni), ma gli spagnoli non sono avulsi da passaggi più duri e dirompenti, infatti il primo esempio in scaletta è la spigliata e ruvida “Another Human Fault” o la quasi deathcore “Automatic Thoughts”. In questo caso Jose A. Joyas alla voce (coadiuvato dal chitarrista Markham) si lancia in bordate growl e in uno scream arso, oltre a fasi clean che ben aumentano il tasso melodico di alcuni ritornelli. La buona coesistenza (e progressione) vocale e musicale ben si manifesta in “The Follower”, canzone estremamente dinamica. “Walk Through My End” è una semi-ballad e Joyas prova a dare il meglio di se stesso in una canzone interpretata dai suoi compagni con un tocco di grazia, nonostante le distorsioni e picchi sonori comunque drammatici e melodici. I Bleed The Man sembrano un buon compromesso tra forza e melodia, incorniciate in strutture sonore contemporanee. Le canzoni riescono da subito ad esprimere qualcosa di particolare, attraverso ritornelli vivaci o addirittura pregni di pathos, con pattern ritmici poderosi o fraseggi ben costruiti delle chitarre, oppure grazie ai synth che appoggiano le melodie. La band ha svolto una notevole attività live negli ultimi tre anni e questa palestra sul palco deve aver accresciuto le qualità dei musicisti e la loro coesione, come testimonia questo loro secondo album.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10