(Autoproduzione) Ho iniziato ad ascoltare i Bloody Times senza leggere la nota stampa… ma non ci ho messo molto a riconoscere l’impronta e poi lo stile, entrambi inconfondibili, di Ross the Boss! A guardare la truzzissima copertina ho sciolto poi gli ultimi dubbi… ma non si tratta di un side project del buon mr. Friedman, che qui è ‘solo’ ospite del vero mastermind dietro al progetto, il bassista Simon Pfundstein. Per il secondo album della sua creatura sono della partita anche due ex-Iced Earth, John Greely e Raphael Saini; a un brano partecipa anche il guitarist italiano Marco Cossu. La opener “Alliance” illude con una intro acustica, ma parte poi con le stentoree coordinate sonore di Manowar, Majesty o Wizard – anche se ha spazio per un gustoso break dalle tonalità quasi stoner. Spigolosa fino ai Paragon “Die in a Hole”, mentre ci sono oscuri passaggi quasi alla “Dark Avenger” in “Curse of Genevieve (reworked)”. “Future Secret” è l’immancabile pachiderma – ancora una volta un incrocio fra Manowar dei 2000 e Wizard; abbiamo poi “Untile Blood boils”, in due parti, dove la prima (“The Warning”) è solo una intro tirata per le lunghe con parlati e suoni taglienti, prima che giunga cavalcata “The Revenge”, vagamente sullo stile di “The Power of thy Sword”. Un disco certamente fatto di ritagli altrui… ma di ottimi ritagli!

(René Urkus) Voto: 7/10