(Debemur Morti Productions) Non è una cosa semplice realizzare un concept, figuriamoci una trilogia basata su concetti filosofici, teologici ed ermeneutici. I Blut Aus Nord hanno preso a cuore e con serietà la cosa e ci sono andati fino in fondo. Esce il terzo atto di quest’opera intitolata “777”, iniziata nel 2011 con “Sect(s)”, proseguita poi lo stesso anno con “The Desantification” ed ora si scrive fine con “Cosmosophy”. Al di là di ogni valutazione “777” lasciava presagire che i tre momenti della trilogia avrebbero avuto anime diverse, ma a priori era difficile poi intuirne l’esatta direzione. Un’evoluzione, un lavoro dunque che progressivamente avrebbe poi mutato il suo aspetto. Credo che questo sia stato l’elemento che ha donato unanimità nei giudizi postivi nei confronti della band francese. “Cosmosophy” abbandona definitivamente alcuni aspetti più tipicamente black metal, come ad esempio le voci in scream, passando a quelle pulite, e caratterizza il sound con composizioni dilatate e ambientali. Si odono le ombre dei Godflesh e quel clima cosi uggioso e  post-industrial. L’iniziale “Epitome XIV” lo dichiara immediatamente. Un malsano nuvolone dark carico di fuliggine sovrasta i movimenti elettronici e dub, in “Epitome XV”, seguiti poi da una nuova bordata di noise e black metal insieme. Il sedicesimo aumenta il tasso epico e il diciassettesimo si concede melodie meno ostiche e più immediate. Chiude definitivamente questa opera immensa “XVIII Epitome”, 11′ maestosi che sfociano in una sepolta melodia dark ambient finale affidata ad un synth. “777 – Cosmosophy” non poteva non essere un ottimo lavoro, tutto era scritto dall’inizio. Quello che un recensore al massimo potrebbe fare non è la valutazione in se dell’album, ma capirne le radici ed evidenziarne l’evoluzione degli schemi rispetto ai due lavori precedenti. Anzi, a posteriori, appare evidente come ogni singola parte della trilogia contenga in se l’aspetto della successiva e i ricordi della precedente. “Sect(s)” rivelava parzialmente il nuovo percorso degli ex black metaller della Normandia, “The Desantification” proponeva ancora suoni robusti, un accrescimento dell’elettronica e una maturazione delle atmosfere cupe e grigie. “Cosmosophy” è ciò che ho raccontato. E’ un affinamento della materia, una deriva nel post -industrial ma con toni meno dogmatici rispetto ai Godflesh. Innesti noise, dark, ambient, alternative black metal, c’è tutto e c’è la dominazione totale di questi elementi, per chiudere al meglio la trilogia.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10