(Domentia Records) Terzo album per i cechi Brutally Deceased, formazione in circolazione da diversi anni nell’underground locale. Innamorati dello swedish death metal in voga negli anni ’90 (la band prende il nome da una canzone dei Grave), i nostri sono riusciti a confezionare un album molto convincente e brutale, caratterizzato dalle classiche chitarre “a motosega” tipiche del genere, che disegnano riffs estremamente taglienti, stemperati da ottimi assoli, spesso ricchi di melodia ma che non tolgono un grammo di aggressività alle composizioni. Le influenze di Entombed, Dismember e Grave sono piuttosto evidenti, ma erano anni che non sentivo un album a questi livelli; merito della preparazione e della conoscenza del genere di musicisti, che pur muovendosi su territori musicali battuti in lungo ed in largo dalle bands citate, non si limitano certo allo scimmiottamento, sfoderando una prestazione decisamente sopra le righe, che manderà in visibilio qualsiasi amante di questo genere musicale. “Epoch Of Self-Denial”, ad esempio, è un pezzo perfetto: partenza a razzo, parti vocali rabbiose come non mai ed una parte finale più cadenzata, durante la quale è impossibile tenere ferma la testa. “Where No Gods Dare” è ricca di accelerazioni e blast beats che richiamano la scena polacca (Vader in primis), che la band riesce ad integrare alla perfezione nello swedish sound proposto. Un album avvincente dalla prima all’ultima nota, vivamente consigliato a tutti coloro che amano queste sonorità.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10