(Underground Symphony) Avevo trattato ottimamente l’EP di debutto “Panic in the Harbour”, ma sono un po’ in difficoltà con il debut sulla lunga distanza dei milanesi Calico Jack: mi sembra che le cose migliori siano i due brani recuperati appunto dalla precedente uscita, e cioè “Where hat the Rum gone?” e “Grog Jolly Grog!”, ma tutto il resto mi convince di meno. I nostri hanno voluto creare un sound troppo cupo per le atmosfere piratesche dei testi e dell’immagine, e se si può lodare il coraggio dell’esperimento, questo non significa automaticamente che esso sia riuscito. La opener “The Secret of Cape Cod” è appunto molto oscura così come “Devil may care”, con le sue arcigne linee di basso, canzone non bilanciata da “Caraibica”, con il suo giro di violino fin troppo scherzoso. Dal canto suo, “Songs from the Sea” è un medley strumentale di melodie marinare, anche se il grosso del disco si concentra nella lunghissima suite “Under the Flag of Calico Jack”. Dopo i primi cinque minuti strumentali, c’è una sezione onestamente non stellare, fino a un ulteriore momento strumentale che lentamente cresce e riprende il tema portante. Il finale accelera un po’, ma l’impressione è che 18 minuti siano comunque troppi e troppo ambiziosi… Un tentativo onesto, ma non del tutto riuscito, di cambiare le regole del gioco nel folk metal.

(René Urkus) Voto: 6/10