copCallisto(Svart Records) Post-metal. Atmospheric Sludge Metal/Post-Hardcore. Molte definizioni che io riassumerei con la seguente: genialità creativa. Quasi un’ora di musica senza più confini, pregna di oscurità, ricca di ritmica, piena di melodia, generosa di sorprese. Un album che cattura, che coinvolge, che fa sognare, che fa arrabbiare, scatenare, per poi immergersi nei meandri oscuri della coscienza, della ricerca interiore. Un album che non è solo metal, che non è solo post-qualcosa; un album che divaga grandiosamente nel prog, andando quindi fuori da qualsiasi schema predeterminato. “Pale Pretender” è inquietante, si basa su una ritmica sublime -con un basso dal suono immenso- e feroce allo stesso tempo, circondata da parti vocali che divagano verso Anathema… verso emozioni pure. Oscuri trionfi con “Backbone”, mentre risulta glacialmente sensuale “Acts”. Dopo il meraviglioso intro “The Dead Layer”, “Lost Prayer” approfondisce un viaggio introspettivo, mentre “Breasts Of Mothers” va oltre ed avvicina l’uomo alla natura, lo spirito alla magia di ciò che ci circonda. Grinta provocante con “Grey Light”, dove torna dominante il basso con quelle ritmiche taglienti ed energetiche. Priva di confini stilistici “Ghostwritten”, mentre la conclusiva “Dam’s Lair Road” abbraccia melodia e prog senza ormai più ritegno, marcando la completa virata stilistica della band finlandese. Un album che da assuefazione. Che stimola. Provoca. Stuzzica. Eccita. Pura esaltazione musicale per coloro che amano le regole imposte dalla totale assenza di regole.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10