(Inside Out Music) Charlie Griffiths, il chitarrista delle prog metal band inglese Haken, si spinge oltre con il suo debutto da solista, un ambiente nel quale ogni ipotetico confine viene demolito, dando all’artista la libertà di cercare ogni sfogo stilistico possibile. Ma con il suo personale progetto, è il thrash ed il tech metal novantiano che prendono il controllo, con quelle divagazioni malinconiche opprimenti alternate da break down spacca ossa, roba che porta inequivocabilmente la mente ai grandi giorni di bands quali i Pantera. La cosa bella è che Charlie dichiara che il disco ha richiesto 375 milioni di anni per essere composto (!!!), dando vita a nove brani che prendono ispirazione da tempi geologici remoti, da fossili antichi e dalla naturale trasformazione (evoluzione?) delle cose con relativa connessione dell’essere umano verso il pianeta che lo circonda. Metallo, thrash, death, prog psichedelico… con un paniere di vocalist importante che vede coinvolti gente come Tommy Rogers (Between the Buried And Me), Danïel De Jongh (Textures), Vladimir Lalić (Organised Chaos) e Neil Purdy (Luna’s Call). Ma non mancano altri personaggi tosti, come il sassofonista Rob Townsend (Steve Hackett) e… tra tutti… Jordan Rudess (Dream Theater, Liquid Tension Experiment) alle tastiere! “Tiktaalika”: oltre cinquanta minuti nei quali lasciarsi andare, tra groove micidiali, assoli old school, rallentamenti assassini, riff che fanno risuonare i giorni gloriosi di bands come i Testament. Spegnete luci e pensieri, volume a palla: è tempo di “Tiktaalika”!

(Luca Zakk) Voto: 9/10