copConsecration(UKEM Records) In perfetto stile UKEM Records, ecco il debutto degli inglesi Consecration. Otto tracce spalmate su un’ora ed un quarto di asfissia, morte, decadenza ed infestazione psichica. Band recente, fondata nel 2010, all’attivo un demo ed un EP, celebra diverse forme di morte -da diversi punti di vista- con questo pesantissimo “Ephemerality”, album orientato su un death/doom cavernoso, fumoso, asfissiante, privo di ogni ipotesi di barlume di luce. Pezzi eterni, spesso ben oltre gli undici minuti, materializzano un’atmosfera sulfurea, evidenziata da tempi crudelmente letali ed un vocalist maledettamente oscuro ed infernale. Mortalmente lenta ed tetra “In Decayed Embrace”, il pezzo d’apertura che mette subito in mostra la fantasia compositiva anche grazie alla parte centrale molto atmosferica. Dopo il breve strumentale “Buried Alive”, è “Echoes Of The Dead” che accelera i tempi, introducendo riff veloci e drumming perfettamente in linea con il death metal; ma è solo una parentesi: il resto della traccia è lento, macilento, perverso, cinicamente introspettivo. Ancora tortura oltre i dodici minuti con “The Visitant”, un pezzo ancor più lento, ancor più pesante, con livelli di distorsione disumani (la distorsione del basso è meravigliosamente crudele!). Più riflessiva con qualche accenno di melodia “The Summoning Of Sufferance”, pezzo che comunque verso la fine accelera spingendosi dentro un riff mortale e privo di definizione chiara, evidenziando la costante aura tossica sprigionata dalla band. Si torna al rallentamento mortale con “Purity Through Pain” e “Inviting The Impure”, mentre la conclusiva “Thy Requiem Lament”, quasi dodici minuti, offre momenti acustici ricchi di una speranza immediatamente devastata da un death doom iper distorto con la voce che fuoriesce da infernali crepacci direttamente connessi con l’abisso. Non c’è barlume di vita. Tutto è estremo: morte estrema, ritmi estremamente pesanti, suoni estremi, distorsioni estreme. Non mi aspettavo nulla di diverso dalla UKEM che ancora una volta produce una band underground capace, con un sound creativo e deliziosamente peccaminoso.

(Luca Zakk) Voto: 7/10