(autoprodotto) Strana questa idea. Strana ed insolita. I Crohm, noto gruppo storico italiano formatosi in Valle d’Aosta nella metà degli anni ’80, non si sono mai veramente fermati in tutti questi anni. Certo, dopo il periodo iniziale seguì quell’oblio poi interrotto cinque o sei anni fa, ma dal ritorno i ragazzi hanno acceso la miccia dando vita a ben tre album nel periodo tra il 2015 ed il 2020. Già questa impostazione conferma le stranezze, le quali già vedono i Crohm decisamente contro corrente se consideriamo che -al contrario di loro- solitamente una band nasce, pubblica qualcosa e poi magari scompare per eventualmente tornare dopo alcuni anni. Poi una band, ad un certo punto e specialmente se legata alla storia, giunge alla ‘celebrazione, al disco dal vivo… ed ecco che nuovamente i Crohm escono dagli schemi, pubblicando qualcosa di molto diverso dal classico disco dal vivo. Citando la scheda stampa più o meno integralmente: Il live è stato registrato presso il Teatro Splendor di Aosta il giorno 1 maggio 2021, durante la serata “Les Hard Griots: narrazioni Metal e poetiche Rap sull’animo umano”, evento (scelto attraverso una Open Call insieme ad altri 10 fra 72 proposte artistiche ed inserito nella 37° edizione della Saison Culturelle 2021 organizzata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta) nel quale il metal dei Crohm, accompagnati dalla violinista Flavia Simonetti, si è intersecato con il rap di Fabio “Fungo” Rean, accompagnato da Andrea “Sago” Di Renzo. Ed ecco che la serata prese forma: “Les Hard Griots” (“I Duri Poeti”) è stato uno show di musica e parole in stile rap e heavy metal, uno spettacolo nel quale l’alternanza dei protagonisti ha narrato storie (‘griots’) che raccontano varie vicende umane. Per farlo gli artisti hanno applicato ‘la spietatezza dei guerrieri’ ovvero quella capacità di osservare la società con uno sguardo disincantato che nulla concede alle illusioni, alle giustificazioni, alle interpretazioni, alle ideologie di ogni tipo, le quali impediscono di seguire il filo introspettivo fino al centro del labirinto e cogliere l’animo umano nella sua naturale essenza. Un evento che fu seguito in live streaming da svariate migliaia di persone: quattordici brani, oltre un’ora di musica intensa, tanto heavy quanto poetica, tanto grintosa quanto imprevedibile. Quei brani arricchiti dal violino (“Deep Blue” e “Run For Your Life” diventano mistiche), quei brani suonati con cattiveria e grinta (“Ride The Storm” e “Restart” tra tutti), quegli incroci metal/rap come “Post Fata Resurgo” e la title track dell’ultimo lavoro in studio dei Crohm, “Failure in the System” del 2020 (recensione qui): un’esperienza sonora e musicale diversa, molto pungente, assolutamente coinvolgente, ricca di cultura e di infinita provocazione.

(Luca Zakk) Voto: 8/10