(AFM/Audioglobe) Il sottoscritto è uno di coloro che non ha mai compreso le ragioni del successo dei Crystal Viper. Sia chiaro, i polacchi ci sanno fare: ma a parte il fatto di essere ‘guidati’ da una front-lady (cosa che non è neanche più tanto rara, per le formazioni di heavy metal classico) non gli riconosco nessuna peculiarità che valga un contratto con la AFM e la pubblicazione ininterrotta di dischi in studio, live, ep e via dicendo. “Crimen Excepta” è il quarto full-length e ci mostra la band esattamente dove l’avevamo lasciata con “Legends” – anzi, direi con un songwriting meno vispo e variegato. In “Witch’s Mark”, scelta come singolo, Marta Gabriel ci dimostra come sempre di essere in gran forma e il sound è molto pieno e corposo. Ma può bastare? Di seguito “Child of the Flame” è il pachidermica epico con vaghissimi influssi Virgin Steele (e come sempre riconosco alla band est-europea di essere una delle pochissime in grado di riprodurre almeno lo spirito del sound di DeFeis & soci), in “It’s yout Omen” troviamo un organo molto indovinato, “Medicus Animarum” ci porta ovviamente dai Judas Priest, “The Spell of Death” presenta (come è ormai prassi) qualche elemento estremo: siamo ormai alla fine dell’album e non c’è proprio nulla che spicchi e si faccia notare, qualcosa che distingua i Crystal Viper dalle centinaia di formazioni classic heavy metal di questa epoca di revival. E concludiamo quindi con una cover dei connazionali Vader (“Tyrani Piekiel”) e l’unico brano con un minimo di respiro in più: “Ghosts of Sherwood”, brano incluso nello stranissimo film horror su Robin Hood (!) dalla imminente distribuzione, esce dagli strettissimi canoni di genere per proporre un’atmosfera leggermente più variegata, che ricorda in qualche passaggio il rock inglese degli anni ’70 (sul refrain ho pensato agli Uriah Heep). Onestamente senza la fanfara pubblicitaria sarebbe un album per soli collezionisti.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10