(Amor Fati Productions) Ancora cambio etichetta per l’entità belga Cult Of Erinyes, il quale pubblica il nuovo album con la terza casa discografica della carriera, la quale vede quattro pubblicazioni in meno di dieci anni (iniziarono con la francese Les Acteurs de l’Ombre Productions, per poi pubblicare due album con la code666, l’ultimo dei quali è l’ottimo “Tiberivs”). Vari cambi di line up, compreso un nuovo vocalist, danno alla band un nuovo inizio, una nuova spinta, un nuovo punto di partenza che si materializza con un nuovo devastante e mostruoso album, ricco di furia, di odio, di malvagità suprema. È proprio il nuovo vocalist, Déhà, che fa la differenza offrendo una performance travolgente, sia nelle parti parlate, sia in quelle dal sapore d’incanto, fino alla massacrante furia del growl ed uno scream capace di raggiungere livelli terrorizzanti: un animale scatenato che nei Cult Of Erinyes ha trovato il campo di battaglia ideale per mettere in mostra e vomitare sull’ascoltatore tutto il suo atteggiamento ostile. Uso intelligente del synth, riff spietati, batteria disumana e repentini cambi di tematica e scena, avvicinano la band a certe teorie d’impatto dei Mysticum, senza tuttavia sfociare nel loro genere, anzi, mantenendo il sound in un contesto di black metal occulto, rituale feroce e vagamente sinfonico. Violenta e poi oscura e suggestiva “Death as Reward”, ancora violenza esaltata da un demoniaco senso rituale su “Corruption”, ricca di dettagli tecnici “Broken Conclave”, un brano con il vocalist scatenato e che sfocia in un ambient siderale destabilizzante. Ricca di melodia “Healer – Fever”, un altra traccia dove Déhà innalza mostruosamente il già alto livello qualitativo. Tetra e doomy “Nothing is Owed to the Void”, mentre la conclusiva “Nihil Sacrum Est”, oltre ad una parentesi dal sapore dark jazz, offre una performance vocale superlativa. Freddi ambienti appartenenti a qualche dimensione dispersa tra abissi infernali e cosmo siderale, dove vanno in scena rituali ricchi di spiritualità che sfociano sempre ed in maniera orribile in feroci sacrifici, in terrificanti bagni di sangue, un sangue che cerca di scaldare il gelo avvolgente, prima di raffreddarsi, esalare l’ultimo bagliore di vita e diventare parte integrante della bestialità degli inferi. Una poderosa ed efficace convergenza tra ambientazioni inquietanti, melodie supreme e cruda ed efferata brutalità.

(Luca Zakk) Voto: 9/10