copcultofl(Indie Recordings) Cinque anni per avere un nuovo album e non tradire le attese, è questo il merito più grande che si possa riconoscere ai Cult Of Luna con “Vertikal”. Album costruito tenendo a mente il film “Metropolis” di Fritz Lang, per costruire la propria architettura sonora che, nella sostanza, non si discosta dall’attitudine abituale ma di sicuro ne cambia l’aspetto. Post metal, sludge, hardcore, un asciutto prog e tutto il resto sono stili sempre presenti, ma qualcosa è decisamente cambiato. Le distorsioni delle chitarre sono grigie (si riconferma la perenne malinconia per i pezzi dei COL), ma allo stesso tempo scorrono con naturalezza; subentra anche una manciata di elettronica in alcuni frangenti che legherebbe il sound ad una derivazione simil industrial, tipo la singhiozzante “Synchronicity” o la bella, sinistra, innaturale e bastarda (nel nascere da più forme musicali) “Mute Departure”. “The One” è addirittura un ambient che mi ha ricordato Brian Eno e Vangelis. La canzone è seguita dalla suggestiva “The Sweep”, altra strumentale creata con i synth. I suoni si liberano e coesistono tra loro, come bolle che da un magma ribollente si levano alte e vanno poi a inglobarsi tra loro. Un sound nitido, espressivo nelle sue innumerevoli frequenze a volte doom/sludge, in altre post metal e sperimentali. Ci sono anche melodie intense e piacevoli, nate anche dalle chitarre e non solo dall’elettronica, come accade nella sterminata (arriva quasi a 20’) “Vicarious Redemption”. E’ il miglior album dei Cult Of Luna? Non lo so. Credo sarà il tempo a sentenziarlo, come credo che “Vertikal” sia un lavoro moderno e sintesi di idee diverse e non solo di carattere metal. Qualcosa mi dice che se non prenderanno a metterci di nuovo tanto tempo per fare un nuovo album, avremo in futuro una band probabilmente  nuova. “Vertikal” è una crisalide.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10