(Ipecac Recordings) L’avvento del Covid ha generato dei problemi al buon Mike Patton e pare che ora li stia finalmente risolvendo. Un passo avanti è stato fatto anche grazie agli amici e quando gli amici sono Dave Lombardo (ex batterista degli Slayer e collega di Patton in altri progetti), Michael Crain (chitarrista di Retox e Kill the Capulets) e Justin Pearson (bassista per The Locust e Retox) le cose vanno sempre bene. Tuttavia problemi ben più grossi di quelli avuti da Mike Patton sono piombati nella vita di Michael Crain: nel 2019 gli è stato diagnosticato un cancro in fase avanzata. Ross Robinson, produttore dell’album, e gli altri della band lo hanno portato fuori dal letto e messo in studio per registrare “II”. Un modo che ha permesso a Crain di reagire in questa sofferta, dura, spietata lotta contro il male. Dopo il primo album omonimo del 2017, la band si esprime attraverso fattezze crude e irriverenti. Un album sfrenato, su di giri, con momenti ipnotici pur essendo basato su bordate furiose. Hardcore, metal e altro ancora si incrociano in questa storpiatura del tutto dove ogni musicista instilla gocce del proprio essere musicale. Dave Lombardo è una locomotiva e Mike Patton offre una delle sue migliori prestazioni fuori dall’orbita Faith No More che si possa ricordare. Il lavoro svolto da Crain è sorprendente. Posto che con le ritmiche di Dave Lombardo chiunque lavorerebbe in maniera agiata, perché Dave passa dall’accompagnare al contrappuntare e fino all’arrangiare e attraverso una tecnica scafata, il pompaggio ritmico del basso di Justin Pearson è una cucitura proprio tra il piano ritmico e il riffing che allarga l’ampiezza melodica e strutturale. La chitarra è aspra, acida a tratti, ruggente sempre. Passa da rasoiate lisergiche a macigni metal o saettanti come nella migliore tradizione hardcore punk. Nel tutto rientrano i controtempi, i sincopati, i passaggi da puro wall of sound e fino a una sorta di avantgarde arcigno e amorfo quanto psichedelico. Certo, l’album è un guazzabuglio e capirai l’ovvietà visto chi lo ha inciso, eppure ogni pezzo, che sono 9 in 33’, si manifesta come il montare verso qualcosa di sconosciuto le cui fattezze si percepiscono solo alla fine. Cinque anni, una pandemia e il cancro! Però Michael Crain è invincibile, Dave Lombardo mostruoso, Justin Pearson una macchina da guerra e Mike Patton resta inossidabile.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10