(AFM Records) L’ennesimo side project di Mike LePond, il quale, stando solo ai dati dei Metal Archives, sarebbe al momento impegnato in VENTUNO formazioni diverse? Forse stavolta c’è qualcosa di più. I DeadRisen mescolano diverse influenze e vantano un grandissimo cantante, Will Shaw, che ha all’attivo il disco della reunion degli Heir Apparent… ne esce un prodotto accattivante, vario e sempre sul pezzo. Modern power/prog metal con il basso metallico di LePond in bella evidenza per “Prophecy”, brano incalzante che qui e lì fa sentire anche un hammond antico; al vetriolo la grintosa prestazione di Will. Molta più melodia in “Destiny”, dotata anche di un solo di keys dal respiro Rainbow-niano; potente “The Maker”, che sorprende con il suo break strumentale progressive. “Reach for the Sun” è una laccata rock ballad che stempera forse un po’ troppo la tensione, ma l’album è intanto entrato in una fase praticamente prog rock (la cangiante “Visions”, che ha anche dei passaggi flamenco, lo testimonia); si torna al metal con “Chains of Time”, piena di virtuosismi, e con “But you”, che alterna pattern thrash a intricati passaggi prog. In chiusura, convince la cover di “For whom the Bell tolls”. Poco pubblicizzati (almeno finora) dalla stessa etichetta, i DeadRisen hanno i numeri per stimolare le generazioni più giovani all’approccio al power metal… non mi sembra affatto poco!

(René Urkus) Voto: 7,5/10