(Vic Records) I Death Strike purtroppo non hanno concretizzato molto durante la propria esistenza negli anni ’80. Tuttavia negli anni ’90 il demo “Fuckin’ Death” che conteneva solo quattro canzoni, grazie alla Nuclear Blast divenne un album con l’aggiunta di altre quattro canzoni ma inedite. Dopo alcune esibizioni nel primo decennio del 2000, si può scrivere l’ultimo capitolo di questa formazione che incluse il Sig. Paul Speckmann, bassista, mente dei Master e soprattutto membro degli Abominations, autori di due degli album più belli del thrash-death metal, cioè “Abomination” e “Tragedy Strikes”, Chris Mittleburn e Kirk Miller, il primo è un chitarrista che ha dato anch’esso lustro ai Master e il secondo con John Leprich si sono fermati al succitato demo. Una formazione potente, capace di creare melodie torbide ma accattivanti, ritmi folli eppure scelti con lo spirito giusto. Una formazione in grado di suonare un thrash metal oscuro e un death robusto e forse molto più europeo, nonostante i Death Stikes provenissero da Chicago. Il basso di Speckmann è oscuro, appena meno guerrafondaio dei Bolt Thrower, ma non meno intenso. I 12′ dei quattro pezzi originali del demo, sui 34′ totali dell’album, sono suonati con atti violenti e non, con frenesia e una truce ma chiara voglia di definire i giusti contorni di questo sound, attraverso cambi di atmosfera e di velocità, oltre all’uso di riff possenti e usuranti. La voce di Paul Speckmann con il reverbero oggi suona anacronistica, ma allo stesso tempo è l’unico indizio che recita l’età dell’album, cioè ventisette anni! C’è da ammettere che gli Slayer avevano già detto la propria e non solo loro, eppure qualcosa dalle viscere di Chicago era ancora in grado di sprigionare un’ondata di rabbia distruttiva. Per i quattro pezzi aggiunti c’è meno gloria, oggettivamente molto più ‘calmi’ rispetto al materiale del demo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10