copdemoneye(Soulseller Records) Dal North Carolina arriva l’esordio dei Demon Eye, che finora all’attivo avevano soltanto un ep: gli statunitensi sono certamente una di quelle formazioni ‘senza tempo’ che ricreano con perizia scientifica sound e atmosfere di un’epoca ormai remota, ma non dimenticata, della storia della musica ‘dura’. “Hecate”, l’opener, ci offre l’heavy metal rock primordiale, quello ancora saldamente ancorato ai suoni fine anni ’70, q       uello precedente alla ossessiva divisione dei generi, quello imitato con più o meno successo da band come Helvetets Port, Slingblade o Iron Dogs. È per questo che “Shades of Black” suona incredibilmente alla Rainbow, e “Adversary” è ancor più incredibilmente rockettara. Solos di classe in “Edge of a Knife”, mentre “Fires of Abalam” ci infila – è quasi inevitabile – diversi spunti sabbathiani. “The Banishing” è un mid-tempo ritmato, con chitarre quasi acide, mentre la conclusiva “Silent One” recupera addirittura suggestioni chiaramente Deep Purple (del resto omaggiati fin dal monicker). Inutile dire che ai Demon Eye manca qualunque originalità, ma il loro lavoro lo fanno con il feeling giusto. Per essere un esordio, “Leave the Light” convince e lascia sperare per il futuro. Disponibile naturalmente anche in vinile.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10