copdemonicobedience(Satanath Records) Greco di origine, ma stabilitosi in piante stabile in Inghilterra, mr George Ntavelas ha deciso che non servono molti musicisti per fare un gruppo. Anzi, basta solo lui. Si, i Demonic Obedience sono una One Man Band, caso raro per il genere proposto, essendo esso complesso nella scrittura ma soprattutto nell’esecuzione. Fin dall’intro il progetto mi ha ricordato i Nile di “In Their Darknened Shrines”, sia nella voce cavernosa e profonda, sia nell’uso tagliente delle chitarre e della batteria. Ecco, qui siamo leggermente su territori meno “egizi” e più vicini al classico concetto di Death americano a tinte Brutal. Ma l’album è un susseguirsi di canzoni molto piacevoli, ben composte ed eseguite, dove la tematica principale è sicuramente il male in tutte le sue mostruose forme. Il tutto a comporre un disco che fila liscio dalla prima all’ultima traccia. Certo, niente che faccia gridare al capolavoro, ma l’opera in questione è assolutamente degna di attenzione. Solitari.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10