copdescend(Inverse Records) A me dispiace sempre bocciare un disco, ma onestamente nel secondo album degli svedesi Descend non ci trovo molto di interessante. I nostri si danno a un melodic death con partiture progressive che potrebbe, forse, rientrare nella categoria dell’extreme progressive metal; ma, a parte il fatto che molti passaggi sono un po’ confusi, il songwriting mi sembra incredibilmente standard e poco accattivante. Opeth e Amorphis risuonano in troppi passaggi anche per chi, come me, non è così addentro al genere da conoscere anche le seconde leve! “Confined by Evil” sono nove minuti forse non tutti indispensabili, dove mi sembra tra l’altro che manchi la grinta giusta per affrontare il genere. Meglio l’incalzante “The rancorous Paradigm”, e funzionano anche i contrasti accesi di “From Grace to Grave”; i quasi tre minuti semi-acustici della titletrack hanno una certa grazia che contrasta, in modo riuscito, con il resto del disco. Ma “In Hours of Despair” è un pezzo che non va da nessuna parte, e che cambia così tante volte modi e direzioni che diventa una fatica seguirlo; e la lunghissima “Sundown” conclusiva finisce per essere stancante. Auguro agli svedesi di migliorare perché sicuramente hanno potenziale.

(Renato de Filippis) Voto: 5,5/10