copdethrok(13th Planet Records/AFM) Puzzano di Ministry a chilometri di distanza i Deth Rok o per lo meno ne danno sentore. Nonostante l’assenza di notizie biografiche allegate al promo, la casa discografica è quella di Al Jourgensen, anche la copertina ha quella folle allegoria tipica delle immagini della sua band. Il sound invece è gothic-death rock, ma le voci e certe cose sono Ministry, senza alcun dubbio. Con qualche ricerca nella rete si viene a sapere che il moniker è un progetto di Aaron Havill. ingegnere e tecnico di studio per Lou Reed, Faith No More e Ministry, ovviamente. Curriculum di tutto rispetto. Al Jourgensen si è proposto di produrre l’album (ha fatto solo quello? mmh…) di Havill e dunque “Us & Them” è ora realtà; una realtà macabra, dimessa, allucinata, ombrosa, dissimulata in suoni elettronici soffusi, narcotizzati e attraverso un cantato che è quello di un paranoico allucinato o comunque di una persona non equilibrata. L’andamento tematico di “Us & Them” non è comunque quello di un album musicale che propone varietà continue, cioè, detto in termini semplici è abbastanza monotono nelle forme delel canzoni. Ha quella malsana e malata inquietante sequenzialità nei ritmi (a volte stile dub, molto soft, vedi “Kill Them All”), i quali ricordano anche cose dei primi Nine Inch Nails, primi Ministry e via dicendo . Le melodie sono decadenti e in effetti si ha la sensazione di assistere ad una riproposizione di un gothic rock/dark in chiave elettronica e maledettamente più oscura. Alcuni pezzi vivono attraverso elettronica disturbata, quasi sperimentale o comunque non semplice e canticchiabile come altri pezzi dell’album, vedi la sulfurea e rumorosa “Ghosts Everywhere” e la title track. “Us & Them” è una galleria di inquietudini e di orrori, celati o evidenti che siano. L’elettronica è sovrana e sa essere scorrevole o dura e martellante come quella dei Prodigy. Deth Rok in dei momenti sembra essere un’idea di remix di pezzi sconosciuti, un capovolgimento strutturale delle sonorità, ma l’opprimente sound e la quasi totale linearità delle canzoni potrebbe non entusiasmare i più, ma chi ha simpatia per le cose della 13th Planet, dell’universo Jourgensen e magari stima o semplice curiosità verso uno che ha lavorato con Lou Reed e Faith No More, allora potrebbe concedersi volentieri questa immersione nell’oscurità.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10