(Napalm Records) La band spagnola che viene esaminata in queste righe è passata dalla Metal Blade alla Napalm Records, per pubblicare il secondo album. Chissà cosa ha determinato questo passaggio, ma sicuramente il prodotto in termini di qualità non è svilito. Il symphonic/gothic metal di questo quintetto della Navarra è dominato da orchestrazioni grandiose, dove le tastiere propongono un sound variopinto. Su tutto svetta la voce di Zuberoa Aznárez, la sacerdotessa che vocalmente spinge le sue corde vocali nei terreni del lirismo. Dopo una intro che fa molto “All’Inseguimento della Pietra Verde”, subentra “Ex Nihilo”, tra i pezzi migliori, per ritmica, un guitar working discreto e che non soccombe totalmente sotto la valanga orchestrale. Segue “Sceneries of Hope”, dove le melodie diventano accattivanti e qui la Aznárez padroneggia il cantato con grazia. Qualcosa del genere si ripete in “Hidden Reality”, mentre “Shadow of the Throne” è possente, con un cantato in growling e cori dal Valhalla. “Allegory of Faith, Innocence and Future” è forse il pezzo dall’architettura più strutturata, dura 5’20” ma rende come una mini suite e avrebbe bisogno di qualche ascolto in più. Tuttavia la magniloquenza orchestrale, il senso di un mondo epico e storicamente perduto nella leggenda lo si ha con “Oihuka Bihotzetik”, canzone nella quale Zuberoa Aznárez espone al meglio la sua voce. La title track è una ballata folk accattivante e deliziosa. Cosa dire ancora? Personalmente ritengo l’album abbia i connotati symphonic troppo pronunciati eppure le chitarre di Adrián M. Vallejo (il quale offre anche il comparto growling) non sono banali. Se verranno dispensati dalle solite valutazioni in funzione di Epica, Nightwish e cose simili, questo album potrà ricevere il suo giusto riconoscimento.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10