(Dark Star Records) Molto ambizioso, il progetto DiAmorte: Drake Mafestta, mastermind della band, avrebbe impiegato ben quattro anni per la composizione di questa “Red Opera”, che vuole re-inventare dalle basi il symphonic metal. Forse l’obiettivo era un tantino esagerato, ma per chi ama il metallo più pomposo e barocco, sicuramente c’è da divertirsi… sono tre i cantanti coinvolti, lo stesso Drake e due fanciulle per le opera vocals. La lunga intro “Welcome to the Shadelands” crea una atmosfera fiabesca ma anche oscura, quindi “A scarlet Misery” mette su un wall of sound possente, che guarda sia al gothic di fine anni ’90, sia alla soundtrack music, per un risultato boombastico e avvolgente. Si spinge invece su territori più estremi “The everlasting Night”, che prende ritmiche dal black, un growling potente ma non eccessivo e li monta su un impianto sonoro magniloquente e a tratti lirico. “Ashes and Sorrow” ricorda la teatralità dei Within Temptation, mentre “Interlude: a Fayte’s Aria” ci porta direttamente all’opera. La lunga suite “Savior nevermore”, divisa in due parti, utilizza tutte le risorse del gothic metal per un risultato quanto più impattante possibile; immancabile la suite finale, “Vae victis”, di ben 13 minuti, che sicuramente spinge al massimo sul versante cinematografico (l’inizio potrebbe ricordare la colonna sonora di ‘Gladiator’), ma ha anche passaggi extreme metal e momenti marziali e trascinanti. “The red Opera” convince e merita una chance! Al progetto partecipano anche Mike LePond (ormai impegnato su centinaia di band!) e Markus Johannson.

(René Urkus) Voto: 7,5/10