(Karisma Records) Rock ricco di pulsazioni elettrizzanti ad questa band che di Bergen, in Norvegia. Groove, tanto groove, ritmica, travolgente e potente… con una incisiva vena funk, la quale emerge nel cantato, nei fraseggi della chitarra e pure con quelle invasioni del sassofono. La musica Dobbeltgjenger è tanto oscura quanto luminosa, tanto festosa quando ribelle ed in un certo senso dannata. Tenebre che trasportano in dimensioni brillantemente oscure sulla opener “Elephants In The Room”, mentre emerge la dance settantiana… in edizione post digitale con “Come On Over”, canzone vibrante, cantata in maniera intensa, farcita da linee di basso che destabilizzano una coscienza messa a dura prova da quel sassofono magico. “Johanna” è la riscrittura sul dizionario della definizione di groove, mentre “Dive In” se ne va per una sua strada un po’ erotica, molto sensuale, ricca di stimoli e melodia scintillante. Intima, introspettiva “Building Skyscrapers”, impossibile stare fermi con “Living In Overdrive”, un brano ancora anni ’70 con una spinta elettronica poderosa. I norvegesi infilano qualche forma strafatta di punk psichedelico su “Electrical Seasons”… e nel bellissimo caos che ne fuoriesce ci infilano pure un dissonante ma favoloso sax. Salta fuori da qualche angolo degli anni ’80 la bellissima “La Dee Da”, prima della conclusiva “Do The Wrong Things”, nella quale altre epoche, altre influenze, altri stili si intrecciano con geniale intelligenza. Il terzo album di questa rock band tanto vintage quanto futuristica invade la mente, mettendo le radici, decidendo di non andarsene più. Disco da ascoltare a ripetizione, con volume alto… lasciando che pensieri e corpo seguano una propria strada… e magari tenendo a mente il suggerimento della band: ‘musica per una festa oscura, musica per prendere cattive decisioni’!

(Luca Zakk) Voto: 9/10