(Nuclear Blast Records) Parliamo di numeri. 35 anni di attività. Album numero 20 con ben 25 canzoni. A 54 anni compiuti la biondissima metal queen rifiuta il riposo e non solo pubblica un disco, ma -per la prima volta- un doppio album! Un doppio che celebra il metallo, esalta il metallo, quello classico, quello vero. Certo, il disco è 100% ‘Doro’… non c’è nulla di veramente nuovo, ma sinceramente chi di voi vorrebbe Doro impegnata su altri fronti? Ci provò tanti anni fa Lita Ford… e fu un flop clamoroso (parlo di “Wicked Wonderland ”, album sebbene a me piaccia fu il disastro totale… tanto che poi la queen americana tornò al classico hard rock che la rese famosa). La sopra citata celebrazione del metal non è solo musicale o stilistica. Non è solo ridotta a quel dire ‘hey, io sono ancora qui, faccio heavy metal e non mollerò mai’. No, la celebrazione è anche esaltata dal ventaglio di guest che compaiono in questa release! Tanto per cominciare, come amante delle sonorità forti, non posso non adorare un brano come “If I Can’t Have You, No One Will” nel quale Doro duetta con la voce tuonante di Johan Hegg degli Amon Amarth! Poi ci sono anche Doug Aldrich (Whitesnake, Dio, Dead Daisies) e pure Tommy Bolan, ovvero il chitarrista che con lei suonava mei mitici Warlock (ad esempio nel famoso “Triumph And Agony”). Ma ci sono altri nomi pesanti che compaiono tra gli ospiti, sia sui dischi che sui video: Mille Petrozza dei Kreator, Chuck Billy dei Sabaton e pure l’indimenticabile defunto Warrel Dane. Non mancano inni dedicati a Lemmy, come “Living Life To The Fullest”, un artista per il quale Doro non ha mai nascosto la sua venerazione (in qualche versione della release c’è pure “Lost In The Ozone”, cover proprio dei Motörhead… e tanto per chiudere il cerchio cìè anche “Don’t Break My Heart Again”, cover dei Whitesnake!). Diretta e chorus-oriented “All For Metal”, un po’ il riepilogo del senso della release, esattamente come la suggestiva “Soldier of Metal”. Il metallo ritmato appare su brani quali “Turn It Up”, “Blood Sweat And Rock ‘n’ Roll”, “Backstage To Heaven” e “Freunde Fürs Leben”, quest’ultimo cantato in lingua madre. “Don’t Break My Heart Again” ha un tocco di hard rock vintage, mentre la già nota “Love’s Gone To Hell” continua a confermarsi un pezzo semplicemente fantastico. Decisamente “Forever Warriors” rende più di “Forever United” anche se in quest’ultimo ci sono pezzi potenti e convincenti come “Résistance”, epici come “Lift Me Up”, struggenti come “It Cuts So Deep” e “1000 Years”, sensuali come “Love is a Sin”. Parliamoci chiaro: come diavolo si fa a giudicare un album di Doro? È un po’ come giudicare un album dei Motörhead, degli AC/DC o degli Iron Maiden. Vi sento già esclamare: “come fama, mito e vendite discografiche Doro non può competere con bands come quelle citate!”. Vero. Sono d’accordo. Ma i sopracitati sono rocker tutti maschi in mezzo ad un mondo infinito di rockers maschi, i quali hanno dato vita alla cultura rock che conosciamo noi, con tutti i cliché maschili tipici (lifestyle, esagerazioni, sesso, immagine forte). Doro? È una delle poche –se non rare- donne che non hanno nulla da temere nel confronto con l’infinita concorrenza maschile. ‘Sesso debole’? Con una simile definizione Doro Pesch non c’entra un benemerito cazzo!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10

(Nuclear Blast Records) Per il 35° anno di carriera, l’inossidabile Doro Pesch regala ai propri fan addirittura un doppio album, che nelle versioni limitate giunge ad allineare 24 brani; come ormai accade da almeno una decade, non sono da attendersi sorprese dalle canzoni della Metal Queen, che si assesta su standard dignitosi e soprattutto ‘sicuri’. ”Forever Warriors”, la prima parte, si apre con lo scontatissimo ma riuscitissimo inno “All for Metal”: un concentrato di cliché talmente ovvio (per favore, il coro!!) che bisogna per forza mettersi a fare headbanging! La martellante “Bastardos” è poco più del suo titolo-ritornello, mentre è degno di nota il duetto con Johann Egg in “If I can’t have you – no One will”. Simpatica e briosa “Turn it up”, si sconfina nell’hard rock caciarone con “Blood, Sweat and Rock’n’roll”. Non poteva mancare il brano in tedesco, il grintoso “Freunde fuers Leben” (‘Amici per la vita’); la prima scaletta si chiude con “Backstage to Heaven”, dove mi sembra decisamente fuori posto il sassofono. “Forever United” si apre con la poco efficace “Résistance”, ed è onestamente moscia anche la power ballad “Lift me up”; va finalmente meglio con il quarto brano in scaletta, un’altra ballad titolata “It cuts so deep”, che finalmente sceglie i toni giusti e avvolgenti che servivano. Si prosegue con “Living Life to the Fullest”, che Doro dedica con trasporto all’amico Lemmy, poi c’è l’ennesima ballad, “1000 Years”, che per quanto non disprezzabile appesantisce ancora questa seconda parte. Buona invece la grinta di “Fight through the Fire”. Il 7,5 del primo disco e il 6,5 del secondo generano una media, a parere di chi scrive, rappresenta coerentemente l’insieme.

(René Urkus) Voto: 7/10