(AFM Records) Dopo la coraggiosa quanto riuscita trilogia conclusasi nel 2011, i Dragonland tornano a distanza di undici anni con una. Nuova fatica discografica. Sono cambiate le atmosfere, è cambiata la saga narrata, ma non il suono degli svedesi, sempre incentrato su un prog ultra melodico, più simile per certi versi ai gruppi finnici che non al classico suono svedese. Tredici tracce (intro e cover compresa) che fondono sapientemente Strotovarius e Sonata Arctica in egual misura, ispirandosi soprattutto ai secondi per sonorità e cantato. Il disco funziona nella misura in cui adotta una struttura canzone stracollaudata, piena di intermezzi con tastiere e chitarre e una batteria che riprende i classici ritmi del power. Il concept, in cui i nostri sembrano evidentemente essersi specializzati, fila che è un piacere, in modo da trasportare l’ascoltatore in un narrato in musica che coinvolge nonostante le novità apportate a livello sonoro siano davvero risibili. Ma in fondo, chi ascolta prog pretende ‘solo’ buona musica suonata bene. E i Dragonland non deludono assolutamente.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10