(Edged Circle Productions) Norvegesi, rumorosi, schietti, scatenati ed al debutto. Un fragoroso mix di black metal, thrash, hardcore, punk, old school a tutto tondo e pure crossever. I riff sono sbattuti in faccia con poco rispetto e tanta ignoranza, ogni tanto emerge una chitarra solista e schizoide, strizzando l’occhio a metal e speed metal. Il vocalist è una entità psicopatica che grida come se davvero la sua appartenenza fosse ad una band thrash degli anni ’80, sotto l’influenza di droghe strane e rinchiusa in un fetido scantinato dimenticato ed abbandonato. C’è tanto casino, ma anche badilate di groove nei pezzi dei Drittmaskin, brani che non hanno una vera collocazione temporale, un po’ fuori del mondo, ma subdolamente geniali. Rumorosa e grezza “Kutt i Eiendomskatt = Kutt i Støttekontaktordni”, roba più crudele del puro old school. Interessante la chitarra solista di “Angst”, punky, viscida e decisamente banger “Giftlokk”. Assurda e contorta “Fuck Reform 94”. Più fuori epoca che mai ”Hold Kjeft Når Du Snakkar Til Meg”, tagliente “Evig Kamp”, originale e deviata “Punkeboms”, lenta e massacrante la conclusiva ”Nordfjord 1999”. Parto difficile questo “Sosial Prolaps”: cinque anni di conflitti interni ed esterni alla band, pure esposti in un documentario. Ed è vero, i conflitti si sentono massicciamente nel sound isterico che questi mezz’ora di pazzia lascia esplodere con noncuranza e schizofrenia devastante, evidenziando un profilo volutamente lo-fi evidenziato da una copertina tanto sballata quanto il sound!

(Luca Zakk) Voto: 7/10