copecnephias2(My Kingdom Music) L’uscita di “Necrogod” colse di sorpresa chi scrive, il quale non è un’enciclopedia, ma tra le tante band che passano sotto gli occhi e per le orecchie in redazione (e nelle ricerche nel tempo libero), mai c’era stato un incontro con gli Ecnephias. L’album fu una vera scoperta e non da meno la band. Assolutamente bravi. Non dei novizi i metallari lucani, i quali proseguono un percorso iniziato con “Necrogod”. Se l’album era un’alchimia di melodie tradotte attraverso sonorità death, doom, gothic in un equilibro congegnato al millesimo, adesso “Ecnephias” purifica quell’equilibrio, si spoglia della matrice antropologica che caratterizzava le melodie del precedente lavoro, depotenzia la componente metal e si affaccia a un dark metal e gothic che ricalca Moonspell e Fields Of Nephilim. Le atmosfere sono più morbide, a tratti intime, sognanti, sospese in sussurri, mentre quelle più toniche non sembrano mai volere toccare punte di durezza. La melodia è sempre privilegiata, nei ritornelli, nel riffing e in tutte le situazioni possibili. L’album scorre liscio: ha cenni di solennità, si mostra agile nella struttura dei pezzi, giocando sul formato canzone nel modo più semplice. I momenti quieti forse sono quelli più intensi. Quelli che armonicamente e di presa dell’attenzione dell’ascoltatore sono al massimo grado. L’album è una fiumana forse un tantino dispersiva: si parla infatti di sessantasette minuti di musica e dunque più ascolti permettono di entrare in maggiore sintonia con l’idea musicale degli Ecnephias. L’alone di occulto e magia resta sospeso sull’identità della band, la quale adesso stupirà ulteriormente il proprio seguito nel segno di continui sviluppo e ricerca che l’hanno sempre contraddistinta.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10