(Underground Symphony) Album di esordio per Edran, band italiana precedente conosciuta con il nome Clockwork. Il progetto è alquanto ambizioso, visto che si propone di unire musica e letteratura attraverso una rock opera, operazione a mio avviso riuscita egregiamente. Il concept dell’album è tratto dal libro, scritto dal tastierista Lorenzo Masiero intitolato “Clockwork”, che narra la storia di un musicista alla ricerca della melodia perfetta, al punto di stringere un patto con il demone Phedus. Ma si tratta di un patto ingannevole, in quanto il demone si impossessa dell’anima del protagonista frammentandola in tre parti: “Hope”, “Rage” e “Solitude”. Musicalmente ci troviamo davanti ad un power sinfonico con diversi richiami prog, sul quale si stagliano le quattro voci, due maschili e due femminili, dei protagonisti. Ottima la prova musicale collocabile tra Avantasia, Epica e Labyrinth, assolutamente magistrali gli intrecci vocali con tutte e quattro le voci che si integrano tra esse alla perfezione, con le voci femminili differenti tra esse ma complementari: una più rock, rauca ed energica, mentre l’altra è più angelica e pulita. Un album davvero notevole, considerando anche il fatto che il genere suonato è piuttosto inflazionato e quindi difficile da rendere interessante. “Clockwork: Overture” ha invece una marcia in più, mantenendosi avvincente fino all’ultima nota.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10