(Rafchild Records) Sono passati ben cinque anni da “Horse of Hell”, ma gli Eisenhauer sono finalmente tornati: e il loro secondo full-length, con diversi brani legati da una storia fantasy, conferma quanto di notevole aveva offerto l’EP. “Priestess of Delight” è una buona, se non ottima fusione, fra heavy, doom e stoner: si pensa naturalmente ai Grand Magus (soprattutto per il timbro della voce di Waxe Wagner), ma gli Eisenhauer sono più guidati dalle strutture di un classico metallo – hanno ragione a citare fra le proprie influenze i Manilla Road, perché ci sento non poco della band di Wichita periodo “Crystal Logic”. Incredibilmente cool, e rimontante per certi suoni fino ai Sabbath era Martin, “Gods of Pain”; altro ottimo riff per “Wild Boar Banner”, mentre “Ode to the Hammer” ha qualcosa dell’ultimo Dio solista, al netto delle ovvie differenze nel cantato. Heavy/stoner di gran classe con “Mountain”, dotata anche di un testo indovinato; si chiude con i quasi sette minuti della potente “Cult”, dove riverberano tutte le influenze del disco con un tocco doom in più. Sono davvero pochissime le formazioni che riescono a fondere questi generi senza suonare troppo ‘moderne’, e far quindi storcere il naso ai defenders potenzialmente interessati: gli Eisenhauer non corrono questo rischio, suonano old school, ma non si limitano a copiare il passato!

(René Urkus) Voto: 8/10