(AFM Records) Nel 2021 che inizia il metallaro medio porrà certamente l’orecchio al nuovo album degli Evergrey. Istituzione svedese del prog metal che da qualche anno, si ricorda che “Escape Of The Phoenix” è il dodicesimo album della band, ha creato la propria e matura dimensione dell’essere che spopola tra gli appassionati del genere. Quasi un’ora nella quale gli Evergrey lasciano andare i loro riff all’interno di architetture edificate dalle tastiere quanto da un lavoro ritmico agile e snello. A ciò si aggiunge Mr. Tom S. Englund, frontman che lascia sempre il segno nel proprio lavoro vocale. “Where August Mourn” è un esempio di melodia addolcita nella sostanza eppure incorniciata da un insieme di accordi aperti ben calibrati, mentre le tastiere tinteggiano sfondi maestosi. Un pezzo esemplare, al quale probabilmente si potrebbero aggiungere “Eternal Nocturnal” con il suo passo svelto e il ritornello maestoso, “You From You” e la sua mesta andatura d’atmosfera che scivola verso un assolo di stampo David Gilmour prima del finale. Tuttavia “Escape Of The Phoenix” è un album dinamico, fatto di progressioni e con brani che si aprono con riff fulminanti e poi cedere il passo ad andature che creano la scena per Tom S. Englund. Il lavoro di Rikard Zander e Jonas Ekdahl, tastiera e batteria rispettivamente, mette l’accompagnamento ai pezzi, con Zander volto a creare percorsi melodici che viaggiano di fianco alle linee agguerrite delle chitarre. Ecco, forse pochi momenti quieti per le sei corde nei quali però hanno dimostrato una ‘sensibilità’ melodica di tutto rispetto. Gli Evbergrey non sono una band intimista, hanno una matrice irruenta e spesso tendono a portare i loro pezzi verso un crescendo, come nel caso di “Leaden Saint”. Quanto udito nel precedente “The Atlantic”, è del 2019 QUI, è rispettosamente ripreso con attente misure. Nella canzone “The Beholder” partecipa James LaBrie dei Dream Theater.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10