(Elevate Records) Grecia e Argentina sono decisamente lontane, ma per questo disco di debutto degli Evil King si uniscono felicemente: due dei membri della band sono sudamericani, gli altri due ellenici… per un risultato d’impatto in ambito power/prog. Solenne e solare la opener “Jerusalem”, un brano che si colloca a metà fra gli Avantasia più complessi (quelli di “Scarecrow”) e i Kamelot, che vengono ripresi nella scelta di melodie aperte e dall’alto tasso epico. Un impianto sonoro roboante per la titletrack, arrembante e labirintica “Ancient Calling”; “Kiss Me Goodbye” è una power ballad 100% progressive, da qualche parte fra Fates Warning e Savatage più leggeri, presente peraltro in due versioni (che mi sembrano differire pochissimo). Arriva a momenti da soundtrack, potenti ma sempre melodici, “The Order Of Things”; ma su questo versante fa ancora meglio “Apophis (The Bonescraper)”, con il suo coro charmante e incisivo. Talora il tasso di metal è relativamente basso, e come già sottolineato ci troviamo in ambito hard’n’heavy se non proprio rock; ma “The Dark Age” ha tutti i numeri per convincere gli amanti delle sonorità progressive più morbide.

(René Urkus) Voto: 7,5/10