copFaithfulDarkness(Coroner Records) Quarta uscita discografica per gli Svedesi Faithful Darkness, band nata dopo che il chitarrista Jimmy Persson ha deciso di abbandonare i Soilwork. Dopo due album e un EP, lo stesso Persson decide di uscire anche dai Faithful Darkness, sostituito dall’axe man Jonathan Thorpenberg, con il quale la band registra questo “Archgod”. Il genere proposto è facilmente catalogabile come thrash/death melodico, con evidenti influenze degli ultimi In Flames, oltre che dei citati Soilwork. Il cantato di Erik Nilsson spazia dal growl alle clean vocals tipiche del metalcore, cavandosela egregiamente sia nelle parti brutali che in quelle melodiche, catchy senza essere mai stucchevoli. Un esempio di quanto appena detto possiamo trovarlo nel brano “Paradise”, che parte con un riff di chitarra sostenuto e vocione in growl, fino al ritornello in cui le parti di chitarra diventano melodiche e la voce si fa pulita ai limiti del power metal. Il pezzo forte dell’album è “Banished”, dal riff assassino che sembra uscito dalla penna dei The Haunted, interrotto da un intermezzo di tastiere, molto d’atmosfera a precedere l’accelerazione finale, davvero devastante. È curioso il fatto che una canzone del genere sia stata posta a metà scaletta anziché in apertura, affidata a “Lies Tells The Truth”, buona song ma priva di mordente rispetto a “Banished”. In effetti, i brani migliori sono tutti a fine lavoro, come “Corrupted”, estremamente dinamica e ricca di cambi di tempo. Dopo un riff iniziale devastante e slayeriano, il brano rallenta e assume atmosfere quasi gothic, con tanto di tastiere e voci pulite, per poi accelerare nuovamente riproponendo la parte veloce iniziale. Altro pezzo decisamente valido è “One And The World”, dall’incedere cadenzato con accelerazioni tipicamente thrash e stacchi di tastiera tra una bordata e l’altra. Tutto l’album dimostra una maturità compositiva e una varietà decisamente sopra le righe, mescolando sapientemente soluzioni moderne con mazzate tipicamente old school. Da avere!

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10