(Rising Records) I thrashers di Lublino, Polonia, pubblicarono questo lavoro nel 2011, verso l’estate, ma solo ora stanno riuscendo ad avere una distribuzione (o ci continuano ancora a lavorare) e risonanza maggiore. Se lo merita questa band che è nata nella seconda metà degli anni ’80 ( e si racconta che siano tra i primi della loro città a suonare il thrash) e che ha sempre inciso lavori di piccolo cabotaggio, i Fanthrash con “Duality of Things” siglano il debutto, eppure ascoltando solo l’iniziale, preceduta da intro, “Allocation of the Soul” si palesa immediatamente la loro padronanza stilistica e l’esperienza nel saper dominare la materia con la quale scolpiscono i loro pezzi. Tanta personalità da parte di Less, il cantante, grazie ad una voce cupa, spessa, roca come quella di Max Cavalera e, ovviamente, perfetto il lavoro di Pilate, chitarrista solista, e Greg (il quale si occupa anche di grafica, infatti è davvero buono il lavoro fatto per il booklet), i due si rivelano preparati nella costruzione dei riff, variandoli di continuo. Radd è un batterista che entra sempre nel modo giusto in ogni passaggio, seguito a ruota dal bassista Mary. Undici canzoni di thrash metal imbastardito dai Testament, Exodus, Slayer e dalla radice tedesca, cioè Kreator e Sodom. Nomi fatti per offrire a chi legge le giuste coordinate e modellarsi nella testa quello di cui si parla. Tre canzoni provengono dall’EP del 2010 “Trauma Despotic”; scelta saggia vista la buona qualità di quella title track, “Aggressor”, un trattore che calpesta ogni cosa, “Toxic Mind”, mid-tempo e oltre per una serie di riff che si spingono tra di loro come in una slam dance. Spuntano anche situazioni diverse rispetto al resto, come per “Green Tattoo” dove il sound è più melodico e meno feroce, rendendo la canzone forse la più fruibile in scaletta. “Lizard Skeleton” è una micidiale strumentale di quasi 2′, fatta di thrash sincopato, eccentrico e schizofrenico. “Rita from the Hills” riprende quel thrash più tecnico e power, vagamente Annihilator. Canzoni piene di sostanza, dall’andamento mai scontato, per un thrash metal che se da una parte ha degli inevitabili rimandi, da un’altra si rivela un insieme sempre diverso di riff e ritmi davvero travolgenti. Pensando a quanto tempo hanno impiegato i Fanthrash per giungere a questa sospirata opera prima,  viene in mente quel vino che invecchiando riesce a dare il meglio di se, rispetto a quanto potrebbe da giovane.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10