(Season of Mist Underground Activists) Andy Marshall è della one man band Soar, atmospheric black metal che è un sostanziale tributo alle tradizioni scozzesi. Un atto poi coniato come ‘caledonian metal’. Marshall quest’anno si inventa il secondo album di questo suo altro progetto attivo da pochi anni. Fuath è un guardare al balck metal dei primi anni ’90, a quello norvegese che per quanto l’autore e l’etichetta precisino che i modelli di ispirazione siano i Darkthrone e Burzum, quanto i Drudkh (che sono ucraini) e Windir, “II” ne offre una rilettura ordinata. Non si avverte quella fredda quanto grezza patina ancestrale di certi lavori fondamentali delle succitate band, al contempo però spiccano altri rimandi. Sono evidenti il dilatare delle sequenze melodiche, i riff insistiti, le atmosfere epiche dagli umori guerrafondai quanto ispirate dal paganesimo, dall’ostilità e dalla natura possente. Un riassorbire certi modelli tenendo il tutto in sonorità ben bilanciate, pulite e al contempo ruggenti e possedute da quell’alone di misantropia. Fuath è una concreta proposta di black metal secondo i suoi canoni antichi, registrato però con mezzi moderni quanto la sua stessa concezione da studio. Marshall appare più misurato rispetto a ‘quel’ black metal, a suo modo riflessivo nello sprigionare, evolvere e lavorare i suoi riff. I suoi pezzi hanno un’andatura studiata, bilanciata. Tuttavia non è un demerito.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10