(autoprodotto) Interessante il prog-black dei debuttanti italiani Fyrnir! Se all’apparenza l’ampiezza di tendenze stilistiche offerte può apparire dispersiva, in verità le componenti death, folk e progressive che emergono nei nove brani rivelano un gusto compositivo sicuramente non comune a gruppi che si presentano alla prima prova discografica. Brani come “Slahan” sorprendono per la ricchezza sonora combinata con grazia e genialità: un inizio dark folk, un crescendo black scandito da ottime linee di basso, verso cambi tematici, aperture melodiche e un favoloso assolo. Tendenze gloriose ed infernali su “Yr”, c’è una evocativa componente teatrale su “Bär Serkr Gangr”, mentre l’assalto frontale di “Hate and Betrayal” riconduce più verso un black di matrice viking, anche se non manca un intermezzo melodico tanto imprevedibile quanto geniale. La componente prog si insinua con provocante incedere sulla suggestiva “Apeiros”, mentre la band -nonostante la gioventù- riesce a dar vita alla maestosa, esaltante e conclusiva “Lycantropia”, una suite di oltre dieci minuti nei quali il quartetto si lascia andare, senza limiti, senza confini, senza restrizioni di formato. Strumenti etnici che emergono dal nulla, tracce di Enslaved, di Agalloch, dei Windir. Ma è impossibile non notare anche certi legami con i Death di Chuck Schuldiner, e tali legami non hanno nulla a che fare con qualsivoglia forma di scopiazzatura, anzi! “Awakening” è un album imponente, ben composto, ben suonato, ben registrato ed arrangiato: se sulla bella copertina ci fosse un moniker più noto e di tendenza, sicuramente comparirebbe anche il nome di una etichetta di prestigio… ma Fyrnir sono riusciti a creare questo favoloso “Awakening” nell’anonimato e senza nemmeno il supporto della più piccola ed altrettanto sconosciuta label underground. Complimenti!

(Luca Zakk) Voto: 9/10