copghostbc2(Spinefarm Records / Loma Vista) Riconsoco che i Ghost B.C. non sono una realtà musicale che apprezzo in modo particolare. Lo si è capito QUI, cioè in occasione dell’ultimo album degli Svedesi. E’ strano perché il sottoscritto oltre al metal è molto legato ai sound e alle tradizioni musicali del rock anni ’60 e ’70 e in parte anche ’80, e di queste sfumature il sound dei nostri musicisti mascherati da preti diabolici se ne trovano in grandi quantità. Trovo però il modo di suonare (lascio perdere la questione look, immagine e modi di proporsi anche a parole) dei Ghost B,.C. di “maniera”, lo trovo poco originale perché volutamente legato a schemi retrò e stili ampiamente conosciuti ed usati e riproposti senza il minimo scrupolo. Per carità, non faccio e né farò una crociata contro questa band, ma debbo pur essere chiaro e onesto nelle mie valutazioni. Personali? Certo che lo sono, pretenderete che esista una formula o un modo per essere continuamente e lucidamente imparziale? No, non esiste. C’è il recensore che scrive e articola dei ragionamenti, ora sta a voi dare importanza o meno a queste opinioni. Questo EP dei Ghost B.C. è prodotto da Dave Grohl, il quasi miglior Nirvana mai esistito (vai, oggi sono in vena di polemiche), e credo abbia fatto un buon lavoro e che unito alla linea vecchio stile della sua band cliente ha permesso a questo EP di essere un lavoro che forse qualche attenzione meriterebbe.  I Ghost B.C. rivelano la loro natura di band melodica con la buona riedizione di “I’m Marionette” degli ABBA, in parte riletta con le modalità del pop britannico degli anni ’60 oltre a lievi toni gotici e horror rock. Il tutto è venuto fuori in modo grazioso. Lo stesso vale anche per “Crucified”, degli Army Of Lovers. “If You Have Ghosts” di Roky Erickson meriterebbe un posto nelle classifiche, visto che questa versione è davvero accattivante. Tuttavia “Waiting for the Night” credo sia la canzone meglio espressa nell’ EP (nel quale figura anche un brano live, cioè “Secular Haze”). La canzone è dei Depeche Mode ed ha la patina “Ghost” ben dipanata. Una patina fatta di toni sulfurei, neri, barocchi e farlocchi. I Ghost B.C. giocano con una maniera di fare musica che la trovo molto pop nel suo animo e questo EP in effetti da modo alla band di sublimare questa sua natura “per le masse”. E’ anche un’operazione commerciale, ovviamente. Scopro l’acqua calda? Suvvia, lasciatemi pur dire una cosa: se una band ha di per se poca originalità (la copertina è già un indizio) e dopo un album e conseguente tour ti pubblica una release di cover, lo fa…perché lo fa? Operazione commerciale. Della casa discografica, del manager, dei musicisti, insomma chiunque lo abbia voluto “If You Have Ghost” è questo. Siamo nell’era dei prodotti e questi vanno venduti. Chiaramente non nascondo che la cosa è venuta fuori in modo abbastanza seducente.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10