(AFM Records) Brividi oscuri, sferzati da divagazioni dark synth, sovrastate da una voce profonda, tetra, energica, poderosa. Con una drammaticità di matrice Rammstein, ed evoluzioni sinistre che toccano i Type O Negative, con un incedere marziale tuonante capace di mescolare metallo industriale a dark wave estrema, “Pandemonium” si rivela un concentrato di beat, di riff, di melodie… un vortice sonoro irresistibile, travolgente e provocante. C’è infinita oscurità, c’è groove intenso, ci sono quelle vibrazioni che scatenano il corpo, che provocano l’headbanging… come svela già la title track collocata ad inizio album. Riff densi e graffianti, cori avvolgenti, orchestrazioni suggestive… con linee vocali che spaziano, divagano, tra intensità gotiche e rabbia metal. Irresistibile “Demons”… e non possono venire in mente i Paradise Lost di una certa favolosa epoca. Micidiale l’elettronica della tagliente “Star”, teatrale “Sinister”. Oscurità nell’oscurità con la decadenza di “Kingdom Rise”, epica “Norge”, fondamentalmente thrashy la rocambolesca “Run Faster”, prima della conclusiva ed elettrizzante “This Is Your Darkness”. La band di Bjørn Alexander Brem offre un assalto di synth intelligenti, melodie accattivanti, brani provocanti, sempre tellurici, assolutamente avvolgenti… paurosamente tuonanti. Cliché? Certo. Ma la famosa frase di Friedrich Wilhelm Nietzsche che più o meno recita ‘Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro…’ qui si materializza, diventa reali, diventa carnali, diventa il tuo peggior nemico e, contemporaneamente, il tuo fottuto miglior amico.

(Luca Zakk) Voto: 9/10